Marianna mi contattò per occuparmi della sua cerimonia due mesi prima della stessa. I tempi erano un pò stretti ma comunque fattibili e programmammo subito un incontro per l’intervista.
In quel primo incontro capii subito di aver conosciuto due bellissime persone ma nel contempo piuttosto introverse e non fu semplice da quella sola intervista ricavare le informazioni necessarie e minime per poter scrivere la cerimonia, programmammo così qualche incontro in più per poterci conoscere meglio e prendere la giusta confidenza.
Sicuramente il piccolo Michael di quattro anni, il figlio della coppia, aiutò a scioglierci strappandoci qualche risata per tutta l’energia e la voglia di mettersi in mostra mentre conducevamo l’intervista!
Alla fine avevo finalmente il materiale necessario e il rito definito: avevano scelto il rito della sabbia!
Marianna e Borel ci tenevano infatti a sottolineare nel loro matrimonio l’unione delle proprie differenti culture, sudafricana lui ed italiana lei, pur mantenendo la propria unicità ed identità creando insieme un qualcosa di più ricco e bello delle singole parti, un’unione armoniosa e ricca di colori … quale rito migliore si sarebbe potuto scegliere?
La location del Park Hotel ai Cappuccini di Gubbio ci faceva da cornice (trovandoci all’ultimo anche un “piano B” all’interno per la celebrazione a causa di un’indesiderata pioggia) con lo splendido planning e design della Wedding Planner Rita Gallucci.
L’arrivo degli sposi in hotel è stato accolto da applausi festosi ed abbracci e quando tutti si son seduti la cover al piano di “All of Me” di John Legend ha accompagnato l’ingresso di Borel, seguita poco dopo da “A Sky Full Of Stars” di Costantino Carrara per introdurre l’ingresso di Marianna, ero davvero felice che avevano orientato la scelta delle musiche per entrare su due brani personali.
L’introduzione alla cerimonia si è incentrata sul significato del matrimonio per Borel e Marianna, sul fatto di aver deciso di sposarsi dopo tanti anni insieme ed avere, di fatto, già messo su una splendida famiglia. Abbiamo spiegato il gesto partendo dal significato della ritualità dalle sue origini umane prima che religiose.
L’essere umano fin dagli albori della sua esistenza ha sempre celebrato dei rituali per segnare un passaggio, un cambiamento importante e lo ha sempre fatto insieme alla sua comunità, usando il rito come mezzo per collegare il passato al presente e sopratutto l’individuo al gruppo.
Mentre leggevo il testo guardavo di tanto in tanto gli occhi degli ospiti, attenti ed in riflessione sul messaggio che gli sposi desideravano dar loro sulla propria unione.
In quel momento sono rimasta particolarmente colpita dai colori che si alternavano in quella sala. I toni tenui del rosa e dell’arancio dominavano l’allestimento mentre una buona parte degli invitati dello sposo, alcuni in abiti tipici del sudafrica, risaltavano con loro disegni geometrici e l’acceso alternarsi tra rosso, giallo, verde e blu.
Dopo aver raccontato il loro incontro, il momento in cui hanno capito di essersi innamorati e gli anni in cui hanno costruito, passo dopo passo la loro famiglia, abbiamo lasciato lo spazio alle dediche dei loro testimoni.
Vedere gli sposi, ed gli invitati con loro, alternare momenti di dolci risate ad occhi lucidi per la commozione ha trainato anche me, ho faticato a trattenere qualche lacrima di felicità che premeva per uscire … era inevitabile dopo averli conosciuti ed essermi immersa nella loro storia.
La cerimonia è poi proseguita con la versione strumentale di “Angels” di Robbie Williams che accompagnava il momento dello scambio delle fedi e le stupende parole “…prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita”.
Marianna e Borel, prima di incontrarvi avete vissuto due vite separate, avete sognato e desiderato cose differenti, poi un giorno le vostre strade si sono intrecciate.
Con queste parole ho introdotto il loro rito simbolico, tra gli sguardi commossi degli invitati e gli occhi lucidi degli sposi, avvicinando nel mentre i due vasi con le sabbie colorate, beige per lei ed azzurra per lui.
Eravamo arrivati al finale, non c’era un solo sguardo, un solo ospite che non fosse concentrato ed emozionato da quel momento.
Le vite di Borel e Marianna si univano simbolicamente in quell’unico vaso, disegnando con i colori delle due sabbie che mescolavano casualmente il proprio bellissimo, ed imprevedibile, disegno.
Impossibili da separare, così come sarebbe stato impossibile separare i singoli granelli di sabbia di un colore dall’altro colore. Un vaso che è diventato il simbolo del loro amore e che ne ha trasmesso il significato ai propri invitati.
Conclusa la cerimonia e dichiarati gli sposi marito e moglie è partito il brano “Il più grande spettacolo dopo il big bang” di Jovanotti, necessario per dare a tutti la carica necessaria ed iniziare la festa!
Invitata a trattenermi almeno per l’aperitivo mi sono unita con piacere al preludio della festa, come potevo dire di no?
In quel momento non so se è stato più emozionante l’abbraccio della sposa, con i suoi occhi lucidi e il sorriso più grande del mondo, lo sposo che mi ha stretto la mano trattenendo a stento l’emozione e dicendomi “grazie … è stato tutto perfetto!” o i gli invitati che mi sono corsi incontro ringraziandomi, mai in vita loro avevano assistito ad un matrimonio così particolare, coinvolgente e che parlava davvero degli sposi.
Ero felice, tramite tutti quei gesti e quelle parole di ringraziamento avevo capito d’aver raggiunto l’obiettivo: celebrare Marianna e Borel, celebrare il loro amore raccontandolo e trasmettendo il significato che lo stesso aveva per gli sposi a tutti i loro invitati.
Questa è una celebrazione laico umanista … ed io sono estremamente orgogliosa di essere una celebrante!
Grazie Marianna e Borel, grazie anche al piccolo Michael, per la fiducia e la possibilità che mi avete concesso di celebrare il vostro matrimonio!
Vuoi conoscere altri riti simbolici oltre al rito della sabbia?